domenica 17 gennaio 2010

THE UNWINDING HOURS - The Unwinding Hours (2010)



Il mondo discografico è incomprensibile oltre che spietato. Le sue leggi non seguono alcuna logica, tanto che una band come gli Aereogramme si è vista mancare un adeguato seguito ed è stata costretta a sciogliersi nonostante il loro ultimo lavoro fosse il più accessibile, il più melodico ed orecchiabile, oltre ad essere il più riuscito. In pratica era quello che più si prestava ad allargare il loro bacino di fan. Tutto questo, stranamente, non bastò e i quattro si dissero addio.

Oggi però, a meno di tre anni dall'uscita di My Heart Has a Wish That You Would Not Go, due di loro si sono incontrati di nuovo per dare vita ai The Unwinding Hours. Intanto, durante questo lasso di tempo, quando ascolto ancora l'ultimo lavoro degli Aereogramme, mi chiedo come ha fatto Barriers a non divenire un inno epocale - come invece lo diventa qualsiasi ultima cagata partorita dagli U2 - o come mai Exits non sia diventata un classico per cuori romantici. E ancora: perchè le perle disseminate in quell'album sono state ignorate da chi di dovere (leggi: giornalisti). Avrete capito che se finora non eravate a conscenza degli Aereogramme avete fatto un grande errore (a cui si può sempre porre rimedio), ora però non fate lo stesso ignorando gli Unwinding Hours.

Il chitarrista Iain Cook e il cantante Craig B. con questo nuovo progetto non hanno la pretesa di mostrare una deviazione dal loro percorso musicale, ma si riallacciano idealmente a quella strada che era stata interrotta, proseguendo il percorso degli Aereogramme. The Unwinding Hours somiglia maledettamente ad un nuovo capitolo del loro ex gruppo, tanto che sembra il naturale sviluppo di ciò che è stato prodotto dai due nel passato. Nella musica degli Aereogramme convivevano sentimenti contrastanti come malinconia, disagio, rabbia, tensione e dolcezza, tutti attributi che ora ritroviamo in questo album, però con molto più romanticismo e pacatezza.

L'album si apre con Knut - che è stata anche la prima canzone ad essere trapelata dalla pagina MySpace del duo - che rende palese il richiamo al minimalismo in crescendo dei Sigur Ròs, iniziando sommessamente con un nucleo di accordi reiterato, fino alla conclusione in un solenne "fortissimo" di distorsioni e noise. Si continua con il pezzo forte Tightrope, classica ballata dal sapore Aereogramme (che vedrei molto lanciata come singolo): archi e nostaligia sono tenuti insieme da una trama di accordi maestosi ed emozionanti. Da qui in poi è un susseguirsi di canzoni che si addentrano nel mondo Aereogramme e ne sondano le varie declinazioni: dai dolci arpeggi di chitarra acustica in Little One e Solstice, allo spettro dell'elettronica invasiva di Peaceful Liquid Shell con i suoi bordoni di synth e colpi di batteria in primo piano che fanno molto anni '80. Child recupera questo aspetto in una veste sonora ancora più drammatica, immersa in quelle spire tanto claustrofobiche quanto seducenti, in un gioco di contrasti che solo gli Aereogramme sapevano creare. Il trittico finale è all'insegna della quiete: Traces si fonda su giochi di specchi di chitarra tra riverberi e reiterazioni, Annie Jane è una ballad di un'intensità struggente e The Final Hour chiude prima con un sussurro, per poi svegliarsi all'improvviso, nella seconda metà, con cadenzati colpi di tamburo che, come un grido di battaglia, segnano metaforicamente la rinascita di Cook e Craig B., come a dire "noi siamo qui e continuiamo nella nostra strada, contro qualsiasi avversità, a testa alta".

Stavolta non c'è spazio per gli assalti aggressivi in stile hardcore, la rabbia è scomparsa: ora il posto è lasciato ad una musica riflessiva, pacata, per cuori romantici e per inguaribili nostalgici e per trascorrere "ore rilassate". E' appena finito il 2009 e già ci ritroviamo ad iniziare il conto dei migliori album del 2010. Si comincia con The Unwinding Hours.

1 commento:

Anonimo ha detto...

il mondo è ingiusto, quello della musica anche di più. E' stato molto triste lo scioglimento degli aereogramme, questo ritorno in qualche modo rende giustizia a un progetto che meritava di continuare