venerdì 4 maggio 2012

NORTH ATLANTIC OSCILLATION - Fog Electric (2012)


Bene ammettiamolo, l'etichetta Kscope è ufficialmente diventata una delle migliori in circolazione. Non perché abbia sfornato chissà quali capolavori e neanche perché conti tra le sua fila delle band fondamentali. No. La Kscope ha lavorato su un piano differente la cui qualità è data dalla somma delle parti. La coesione, la continuità e la coerenza con le quali vanno a collegarsi tutte le band della scuderia Kscope è quantomeno lodevole. Voglio dire, personalmente è la prima volta che, in un periodo di tempo così breve (tipo poco meno di un anno), mi sia capitato di ascoltare o acquistare praticamente ogni cosa uscita sotto l’egida della Kscope.

Questo sembra un momento d’oro per la label, inanellando una serie di uscite davvero notevoli, partendo da Steven Wilson, Richard Barbieri e Steve Hogarth, Gavin Harrison e 05ric, Anathema e ora North Atlantic Oscillation, culminando - ne sono certo - questo mese con i due progetti collegati alla figura di Daniel O’Sullivan Mothlite e Ulver.

Il secondo album del duo scozzese (che per l’occorrenza si allarga a trio) North Atlantic Oscillation credo fosse atteso come una conferma da tutti coloro che avevano lodato Grappling Hooks, esordio apprezzato molto anche in patria, ma che a me, sinceramente, aveva lasciato indifferente. Fog Electric è in questo senso non solo una conferma, ma una importante affermazione e progressione dello stile mostrato su Grappling Hooks.

Possiamo discutere se i North Atlantic Oscillation siano post progressivi o post pop, ma è innegabile che le premesse per la costruzione dei loro brani partono dal minimalismo: pochi cambi tematici, ma controllati da risvolti armonici inaspettati, che, pur essendo ripetuti, deviano prospettiva e inclinazione, fino a creare una sorta di andamento obliquo. Questo mio tentativo di descrizione è ben sublimato nell’arte visiva del video di Soft Coda: caleidoscopica, stroboscopica e prismatica, pur rimanendo in un certo senso “statica”.



Inoltre la band ha saggiamente messo in primo piano tastiere, sintetizzatori ed elettronica, relegando alle chitarre elettriche un ruolo marginale e comunque rimanendo fedeli ad una certa estetica shoegazing (Savage with Barometer) che fece del “flusso” disorganico di chitarre la sua peculiarità. Il suono si staglia quindi su un orizzonte di musiche riverberate, dove anche le voci talvolta sono spalmate nel suono globale fino a renderle quasi indistinguibili.

Quello dei North Atlantic Oscillation mi verrebbe da chiamarlo pop, ma prodotto e nobilitato alla maniera di un Max Tundra o uno Steve Reich. Nei trip sonici di Empire Waste e Expert with Altimeter c’è tutta la perizia di raffinati compositori brit pop (si ascolti anche Chirality) e allo stesso tempo un piglio quasi da classicismo contemporaneo. Fog Electric non è imprescindibile ma molto bello e suggestivo.

Tracklist:

1. Soft Coda
2. Chirality Fog
3. Mirador
4. Empire Waste
5. Savage With Barometer
6. Interval
7. Expert With Altimeter
8. The Receiver
9. Downhill
10. (Theory of Tides)



http://www.naoband.com/fogelectric/

2 commenti:

sanGulina ha detto...

Gli Ulver devo ancora ascoltarli, ma si, la Kscope sta facendo un ottimo lavoro. Ho ascoltato Fog Electric una sola volta, e mi sono già innamorato di alcuni episodi. Più scorrevole del primo, forse proprio perché più "pop", come hai giustamente detto.
Spero in un loro tour in Italia, per rivederli live.

wago ha detto...

A me invece è piaciuto nettamente meno del primo. L'ho trovato più artificioso, "raffinato" ma anche un poco supponente, e soprattutto meno incisivo sia sul piano ritmico che su quello melodico.
Eccellente lavoro sul suono (chapeau al produttore), ma decisamente al di sotto delle mie (altissime, devo ammettere) aspettative. Peccato.

Grazie comunque per avermeli fatti scoprire.