mercoledì 5 settembre 2012

THANK YOU SCIENTIST - Maps Of Non-Existent Places (2012)


Con un po' di ritardo debbo assolutamente segnalare questo album che colpevolmente mi era passato sotto il naso qualche tempo fa e l'ho lasciato sepolto sotto ad altre priorità. Dopo averlo ascoltato "mi pento e mi dolgo" di non averlo fatto prima poichè Maps Of Non-Existent Places è destinato a divenire una delle migliori uscite di quest'anno. Thank You Scientist è un setteto proveniente dal New Jersey al quale l'etichetta altprogcore calza alla perfezione. La carne al fuoco è tanta e, forse, per alcuni sarà pure troppa, fatto sta che su Maps Of Non-Existent Places vengono toccati i generi musicali più disparati partendo beninteso dall'heavy prog moderno di matrice marsvoltiana. Ma i Thank You Scientist cercano di spingersi oltre grazie all'aggiunta di violino, viola, sax e tromba, tanto che in alcuni passaggi più arditi si arriva a sfiorare i territori del Rock In Opposition.

A questo punto si capirà che la musica della band è densa, complessa e altamente adrenalinica. Il jazz, il funk, l'R'n'B e il folk etnico dell'est europeo sono altre meteore che transitano nell'orbita musicale dei Thank You Scientist (se volete farvi un'idea ascoltate il "piccolo" condensato dell'incredibile Blood on the Radio) il tutto senza forzature o stucchevolezze. Scusate ma ora vado di corsa ad ascoltarmi il loro EP d'esordio The Perils of Time Travel.

edit: 09/09/12

Nel frattempo Maps of Non-Existent Places è diventato album dell'anno nella mia classifica personale. Come sempre il 2012 non è finito e tutto ciò è provvisorio, comunque aggiungo a questo post, per completezza, quello che ho scritto sulla mia pagina RYM "Best of 2012":

Un esordio da paura! Questo è quanto di meglio si possa chiedere al prog rock moderno. Dopo un buon EP uscito l'anno scorso, i Thank You Scientist, con un balzo di qualità impressionante, sfornano un'opera ambiziosa ed eclettica. Il gruppo è formato da sette giovani del New Jersey che provengono da studi jazz e classici. E si sente.

Se il punto di partenza dei TYS rimane un hard prog alternativo che riprende il meglio di band come The Mars Volta, Kaddisfly e Coheed and Cambria, il settetto ci aggiunge qua e là dosi di funk, folk etnico, fusion e power pop. Al classico impianto di basso-chitarra-batteria vengono integrati strumenti come sax, tromba, violino, viola. Fin qui nulla di nuovo, ma il tessuto sonoro è così denso e traboccante che la sua ricchezza finisce per investire l'ascoltatore come un fiume in piena.

Il risultato è un album ricco di spunti, che incredibilmente funzionano, imprevedibile nelle sue variazioni, non solo tematiche ma anche di genere e che ci mostra un gruppo giovane, affiatato e già ricco di talento. Una rivelazione!



http://thankyouscientist.net

5 commenti:

GM ha detto...

Grande band!!! Grazie di nuovo... il tuo blog è davvero un bel punto di riferimento per i progger. Complimenti vivissimi!!!

wago ha detto...

Ormai i Mars Volta li fan bene tutti tranne i Mars Volta.

Lorenzo Barbagli ha detto...

Esatto! Dato che i Mars Volta non fanno più un album decente da anni, mi sono chiesto alcune volte quale percorso avrebbero potuto prendere dopo "De-Loused" senza ripetersi ed essere originali. Mi sembra che questi Thank You Scientist siano, sotto alcuni punti di vista, una buona risposta.

Quello che hanno di diverso è una propensione più spiccata per melodie orecchiabili, nonostante la proposta musicale non certo facile. E poi c'è il fattore virtuosistico ed eclettico che è un gradino sopra i Mars Volta. Magari per qualcuno potrà sembrare solo uno sfoggio di abilità fine a se stesso, ma personalmente vedo del metodo in tutto ciò e del talento da vendere per la composizione. Infatti non mi ha stupito più di tanto scoprire che tutti i componenti dei TYS hanno studiato musica, sia a livello classico che jazz, tanto che tutti i loro brani sono trascritti su partitura.

Francesco Musa ha detto...

Indubbiamente quella dei TYS è una scoperta spettacolare. Ho macinato ascolti su ascolti e sebbene sia un'opera prima devo dire che i punti deboli sono davvero pochi. Riescono a farti passare per fruibili delle partiture di una complessità notevole, sarà colpa dei vocal catchy, o della ricerca della melodia orecchiabile tra i vari riff...ma è un lavoro che ti entra in testa e non ne esce più.

E' il mio primo commento sul blog e Lorenzo, permettimi di ringraziarti per tutti gli spunti che offri! Continua così.

jacopo ha detto...

Ottimo, ottimo album. Gruppo di genere inclassificabile, ma destinato a mio parere a fare strada. La particolarità di questi pezzi è che più li ascolti, più ti piacciono. Un po' il contrario di certa musica odierna, che, dopo aver gasato per i primi due tre ascolti (facciamo anche quattro), perde completamente il suo valore. Album dell'anno hai detto? Perfettamente d'accordo.